Sciopero dei metalmeccanici di 4 ore, proclamato da FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL, con due ramificazioni, il giorno 7 luglio per le regioni del nord, il giorno 10 luglio per le regioni del centro e del sud (Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). “Le ragioni alla base della protesta – denunciano i sindacati – affondano nella drammatica condizione in cui versa il settore metalmeccanico in tutto il Paese, privo di investimenti e di piani industriali degni di questo nome, dilaniato dalla precarietà, dagli appalti selvaggi e dalla sistematica pratica del dumping contrattuale. Lo sciopero nazionale vuole dare vita ad una piattaforma rivendicativa che punta alla soluzione per le crisi aperte e ad una transizione energetica sostenibile sul piano ambientale e sociale“. “Una situazione esplosiva, perché impatta i destini di migliaia di operai metalmeccanici, taglieggiati da salari da fame e sottoposti ad ogni forma di abuso, con ricadute drammatiche anche sulla loro salute. Per questo si è scelto di scendere in piazza: per provare a ricomporre quello che altri hanno volutamente frantumato e precarizzato al solo scopo di abbattere i costi e ogni resistenza sindacale“. “Gli improbabili interventi pubblici dei politicanti di turno – sottolineano i sindacati – arrivano fuori tempo massimo, ed è anche per questa ragione che al corteo non saranno accettate bandiere di partito né, ovviamente, di sindacati gialli e filo-aziendalisti“. Queste le richieste dei sindacati: • Occorre aprire un confronto tra Governo e parti sociali per condividere le strategie per il paese e le linee di intervento pubblico per salvaguardare i settori strategici della nostra economia; • sono necessarie strategie per evitare delocalizzazioni e acquisizioni finalizzate solo a creare valore finanziario e dividenti per gli azionisti, basta con attività che producono solo desertificazioni; • bisogna progettare il futuro dell’ industria meccanica italiana, c’ è bisogno che il governo favorisca un confronto tra imprese e sindacati su: progettazione, occupazione, impatto sociale e ambientale, modello di partecipazione dei lavoratori nelle imprese, attenzione su salute e sicurezza; • impegno in sede ministeriale per l’ attuazione del Pnrrcome motore di sviluppo industriale; • riforma degli ammortizzatori sociali con introduzione di strumenti specifici per una giusta transizione; • sostegno al reddito; • promozione per la formazione e valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario. “L’industria metalmeccanica – concludono i sindacati – è a rischio. La transizione ecologica, energetica e tecnologica deve essere socialmente sostenibile. Le lavoratrici e i lavoratori possono e devono essere protagonisti di questo processo“.Condividi:Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra) Navigazione articoli Rigenerazione urbana, oltre 1 miliardo dal Pnrr per la Sicilia: 54,4 milioni nel siracusano Augusta, detenuto suicida. Di Giacomo (S.PP.): “Chiamati a rispondere direttrice e medico del carcere”