Due carabinieri, in servizio a Siracusa, sono stati assolti dall’accusa di avere rapinato un transessuale. La vicenda risale all’agosto del 2018. Il gup del tribunale di Siracusa ha emesso, infatti, una sentenza di assoluzione nei confronti di G. C. e di non luogo a procedere per M. G., entrambi carabinieri in servizio al Comando provinciale di Siracusa.

Il primo, assistito dall’avvocato Stefano Rametta, era stato indagato per concussione, falso ideologico e calunnia, l’altro, difeso dall’avvocato Giambattista Rizza, rispondeva di falso ideologico e calunnia.

La vicenda vede come protagonisti due ragazzi di Floridia che si sarebbero recati in un’abitazione di via Trapani a Siracusa, alla borgata ma la vicenda giudiziaria si concentra su quanto accaduto poco dopo l’uscita di uno dei due clienti da quell’appartamento.

Uno dei due giovani aveva segnalato ai carabinieri di avere subito la rapina del portafogli che conteneva la somma di mille euro. Dopo la telefonata del floridiano al 112, i due carabinieri imputati, al termine degli accertamenti, disposero il fermo nei confronti del trans con l’accusa di rapina ma il giorno successivo, al termine dell’udienza di convalida della misura cautelare il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa dispose la liberazione dell’indagato che avrebbe fornito delle spiegazioni giudicate evidentemente credibili.

A quel punto, l’inchiesta della Procura di Siracusa prese un’altra piega ed il cliente del transessuale nel corso dell’interrogatorio con un magistrato, avrebbe detto di non aver subito alcuna rapina, a suggerirgli di raccontare questa versione, finalizzata all’arresto, sarebbe stato uno dei militari dell’Arma, G. C. che, secondo la tesi dell’accusa, gli avrebbe spiegato cosa indicare nella denuncia.

Dopo un anno da quella vicenda, i due carabinieri imputati sono stati sospesi dal servizio, M.G. secondo quanto sostenuto dal suo legale, dopo tre anni dall’episodio. I due militari hanno sempre dichiarato l’estraneità ai fatti e nella giornata di ieri per loro si  è concluso un incubo giudiziario.

Nei confronti di G.C. il pm, al termine della requisitoria nel processo che si è celebrato con il rito abbreviato, aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo di reclusione, ed il rinvio a giudizio per M.G.

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