Con il “via libera” al collegamento su strada tra Siracusa e il sito archeologico di localita Thapsos, nella penisola Magnisi, tenere di Priolo, si è chiusa la sessione del Consiglio comunale iniziata giovedì sera.

Il consiglio comunale, in seconda convocazione, ha approvato infatti lo schema di convenzione, già deliberato dal vicino Comune, e che adesso dovrà essere sottoscritto dai due sindaci. La proposta è partita da Priolo: il servizio di linea a finalità turistica sarà a costo zero per le due Amministrazioni, giornaliero, dalle 9 alle 18 con un’ora di sosta dalle 13 alle 14. I mezzi usciranno ed entreranno in città da Sud ed effettueranno fermate in via Rubino, corso Gelone e al parcheggio Von Platen.

La seduta si è poi sciolta, per mancanza del numero legale, nel corso della votazione dell’articolato del regolamento sull’istituendo “Premio Archimede”, riconoscimento che l’Amministrazione aveva pensato per promuovere le eccellenze del territorio che si siano distinte “Nella tutela e valorizzazione delle attività tradizionali locali, nei settori dell’enogastronomia e dell’artigianato tradizionale locale”.

Illustrata in aula dall’assessore Gasbarro, la proposta è stata criticata sia dalle opposizioni che dal gruppo di maggioranza “Udc-Siracusa democratica”.

Il dibattito.

Per Salvatore Castagnino “La proposta in se è degna di apprezzamento, ma occorre dare un’altra denominazione, non possiamo intitolare al nostro genio un premio enogastronomico”; concetto ribadito anche da Alberto Palestro per il quale “E’ riduttivo limitare la denominazione “Premio Archimede” ad un settore specifico. Occorre ripensarlo per altri ambiti per evitare in futuro di non potere utilizzare il nome del nostro concittadino più illustre. Bene il contenuto della proposta, ma no a questa denominazione”. “L’atto è stato discusso in commissione, il consigliere Palestro poteva sollevare queste obiezioni in quella sede, non in Consiglio” la sintesi dell’intervento di Fortunato Minimo. Per Cosimo Burti “La proposta completa il percorso avviato con l’istituzione della De.Co.: entrambe mirano a valorizzare il comparto agro alimentare che deve diventare la spina dorsale della nostra economia”.

Se Salvo Sorbello ha parlato di “Ennesima dimostrazione della mania di “annuncite” dell’Amministrazione”, Massimo Milazzo ha scorto nella denominazione del premio il “Vero vulnus della proposta. Non possiamo precluderci la possibilità di usare il nome di Archimede per eventuali futuri riconoscimenti a personalità o iniziative di altra natura o ben più importanti”. “Ottimo provvedimento- ha detto Elio Di Lorenzo- ma la denominazione va cambiata. Mi piacerebbe votarlo ma se il nome è una pregiudiziale abbandonerò l’aula”.

Nel suo intervento di replica l’assessore Gasbarro ha ribadito come “La genialità sia un concetto che può essere esteso a tutte le declinazioni. Recepisco le perplessità dell’aula- ha concluso- e da qui la mia proposta di approvarlo intanto per la parte che riguarda le tradizioni e lavorare insieme per individuare altre sezioni di questo Premio”.

Nel dibattito successivo sono intervenuti Carmen Castelluccio, che ha definito la proposta “Meritevole di accoglimento visto che il Consiglio è d’accordo nel merito. Ben vengano i riconoscimenti per tutte le eccellenze che il territorio riesce ad esprimere”; Salvo Castagnino, che ha proposto il cambiare la denominazione originaria in “Premio all’enogastronomia siracusana”; Alberto Palestro che “Pur condividendo il provvedimento nel merito- ha detto tra l’altro- purtroppo ci crea imbarazzo nel votarlo per la denominazione e ci fa registrare la mancata volontà dell’Amministrazione di ritirarlo”; l’invito al ritiro del provvedimento è venuto anche dal consigliere Elio Di Lorenzo che ha ribadito l’imbarazzo a votare la proposta; Salvo Sorbello che ha parlato di “Arroccamento dell’Amministrazione su un premio e su un nome a fronte dei tanti problemi della città”; Massimo Milazzo che ha parlato di “Un’altra pagina che poteva essere evitata”; ed Enrico Lo Curzio che ha parlato di “Arroganza della maggioranza che si vuole portare all’estremo” abbandonando l’aula in fase di votazione.

 

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