Oggi, mercoledì 1° febbraio, ricorre la “Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo”. Anche il Comune di Siracusa, su invito dell’Anci e dell’Associazione nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), ha deciso di aderire alle celebrazioni della Giornata illuminando di blu la Fontana di Diana in piazza Archimede dalle 18 alle 21, ed esponendo a Palazzo Vermexio lo striscione “Stop alle bombe sui civili”.
“Due gesti simbolici per ricordare le esperienze vissute dalla popolazione civile nel corso delle guerre passate e riflettere sull’impatto dei conflitti odierni sui civili di tutto il mondo, di cui la guerra in Ucraina ci offre un ultimo, drammatico, esempio”: lo dichiara il sindaco, Francesco Italia che aggiunge: “La Giornata, istituita unanimemente dal Parlamento con la legge n. 9 del 25 gennaio 2017, è anche l’occasione per tanti Comuni di ricordare le proprie vittime, nell’ottantesimo anniversario dell’inizio della guerra di Liberazione, che ha visto l’Italia da nord a sud devastata da massicci bombardamenti, da stragi disumane e da scontri sanguinosi”.
Lo striscione con lo slogan “Stop alle bombe sui civili” richiama una delle più recenti campagne dell’ANVCG diretta a sensibilizzare la collettività sulle drammatiche conseguenze di guerre e conflitti armati sui civili quando queste si svolgono nelle città e nei centri abitati.
L’Italia ha aderito alla Dichiarazione politica internazionale sull’uso delle armi esplosive nelle aree popolate, siglata lo scorso 18 novembre a Dublino insieme ad altri 81 Paesi.
Una firma che è stata frutto di un lungo percorso diplomatico internazionale, resa possibile anche grazie all’impegno della società civile di tutto il mondo e al sostegno dei molti Comuni italiani che hanno risposto all’appello lanciato lo scorso anno dall’Assemblea Nazionale ANCI di Parma.

“La sfida per i prossimi mesi- conclude il Sindaco- sarà quella di ottenere la sottoscrizione della Dichiarazione da parte di tutte le Nazioni del mondo, nonché il rafforzamento della protezione e dell’assistenza per le vittime civili, non solo durante i conflitti, ma anche dopo la loro conclusione, perché gli effetti drammatici e dolorosi delle guerre non si esauriscono, purtroppo, con la firma degli accordi di pace.”

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