È stata la sede dell’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Siracusa “Federico II di Svevia” a volere fortemente un incontro sul tema “Donne tra parole, corpi, valori e idee: linguaggi
contemporanei tra stereotipi, pregiudizi e discriminazione”. Promosso dalla scuola stessa, con la partecipazione delle classi quarte e quinte dell’Istituto e dei relatori, la docente Mariagrazia Ficara, già
Dirigente Scolastica del Liceo Classico “Tommaso Gargallo”, il filosofo Roberto Fai, Giulia Giambusso, psicologa clinica. Ha introdotto i lavori la Dirigente dell’Alberghiero Vittoriana Accardo che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa con gli studenti su un tema strettamente intrecciato con la tragica uccisione di Giulia Cecchettin da parte del suo ex fidanzato Filippo Turetta. La Dirigente, previo breve momento di riflessione sulle vittime di femminicidio in Italia nell’anno 2023, ha invitato gli studenti a porre domande inerenti alla tematica in esame. Ha sottolineato l’Importanza del ruolo della scuola, anche attraverso l’educazione all’affettività, come evidenziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, su un tema così attuale e preoccupante: il femminicidio.
Mariagrazia Ficara ha illustrato agli studenti gli aspetti sociali e giuridici che hanno visto le donne
conquistare nel corso di questi decenni maggiore libertà e autonomia, mentre i femminicidi hanno
mostrato la patologia di comportamenti dell’uomo a non riconoscere la libertà di donne – mogli, compagne, fidanzate – a rispettare la loro scelta di libertà, uccidendole.
Un excursus storico, dalle sentenze della corte costituzionale sull’adulterio femminile, alla riforma del
diritto di famiglia del 1975, all’abolizione, nel 1981, del Delitto d’onore e del matrimonio riparatore, fino
alla legge, del 1996, che stabiliva che la violenza sessuale era un reato grave, contro la persona. Questo per capire da dove veniamo. I femminicidi sono figli di quella cultura, che lentamente stiamo smantellando. La cultura patriarcale, per cui una donna è di proprietà del maschio, non può fare le sue scelte in materia sentimentale o lavorativa. Il cambiamento deve riguardare in primo luogo il genere maschile, ognuno deve prendersi le sue responsabilità, e chiedersi cosa può fare.
L’intervento si è poi focalizzato sul ruolo della scuola, della famiglia, delle forze dell’ordine, dei mezzi di
informazione, per affermare la cultura del rispetto reciproco e della libertà femminile.
Roberto Fai ha toccato il tema più sul versante filosofico, provando a suscitare l’attenzione degli
studenti sul concetto di “male”, quel male che è nella società e anche, a volte, dentro di noi, e su quello di
“libertà”, di come esperire nella crescita il totale rispetto dell’altro/a, di tutti gli altri e altre.
La psicologa Giulia Giambusso, in un serrato confronto e partecipazione degli studenti al dibattito, ha
saputo stimolare l’aspetto psicologico e gli stereotipi che molto spesso alterano i comportamenti e le
visioni dei giovani, oggi sempre più accentuati dal fatto che le nuove generazioni vivono ormai dentro una realtà comunicativa e formativa egemonizzata dal male. Da qui, ha focalizzato il suo intervento sugli aspetti psico-sociali della violenza per sedimentare una prospettiva di responsabilità collettiva che passi dalla consapevolezza dei fenomeni e della loro comprensione per contrastare ogni forma di violenza e di odio, che sia violenza di genere o che sia discriminazione.
Uno spazio e un tempo quello di oggi per poter co-costruire una visione di comunità nello scenario
scolastico di condivisione, partecipazione pro-attiva per le studentesse e gli studenti in quanto cittadini
responsabili di oggi e di domani con la questione aperta di comprendere le istanze in un’ottica transgenerazionale. Dopo la conferenza alcuni i ragazzi/e hanno condiviso più di un’idea sul tema trattato
oggi da realizzare a scuola per ulteriori eventi scolastici gestiti da loro.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com