Stato di agitazione per la polizia penitenziaria impiegata nella Casa Circondariale di “Cavadonna“, a Siracusa. Le organizzazioni sindacali CGIL, FP CISL, USPP, OSAPP, interrompono le trattative sul protocollo d’intesa locale con la parte Pubblica, rappresentata in sede locale dal Direttore del carcere, Aldo Tiralongo.

“Riteniamo inammissibile ed irricevibile – ribadiscono i sindacati – la richiesta di Tiralongo di definire e sottoscrivere il P.I.L. in breve tempo ma, posticiparne l’applicazione di un criterio a gennaio 2026, per non mettere in mobilità interna il personale che da molti anni occupa posti di servizio ad incarico fisso, in violazione del diritto e del rispetto delle pari opportunità”.

I sindacati fanno notare come “depauperare il sistema delle relazioni sindacali, significa essere miopi“. “Innescando un sistema conflittuale con le organizzazioni sindacali e i lavoratori della Polizia Penitenziaria – aggiungono le sigle di categoria – non porterà a nulla di positivo”.

”Da mesi – lamentano i sindacati – chiediamo che ci sia fornita, anche telematicamente, così come fanno le Direzioni di Noto ed Augusta, copia del servizio programmato ed effettuato, perché è da lì che si può vedere come la Direzione gestisce l’organizzazione del lavoro. Ci domandiamo il perché Tiralongo tarda a consegnarceli. E non ci venga a raccontare che il problema sia la carenza di organico, perché questa si innesca e fa il pari con la disorganizzazione del lavoro, con scelte amministrative certamente discutibili che andrebbero affrontate in contrattazione con le OO.SS”.

”In tutto questo – concludono le organizzazioni sindacali CGIL, FP CISL, USPP, OSAPP – constatiamo che alla Casa Circondariale di Siracusa qualcuno prende tempo per perdere tempo, ed ancora, uno dei pochi istituti, se non l’unico in Sicilia istituto penitenziario in cui il Direttore non è riuscito a definire il protocollo di intesa locale nei tempi previsti dalla norma. Perché le proposte irricevibili non possono che essere rinviate al mittente da queste OO.SS. Per queste ragioni, e non solo, abbiamo interrotto le relazioni sindacali e proclamato lo stato di agitazione”.

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