Priolo, Augusta e Melilli costituiscono in Sicilia il cosidetto triangolo della morte.

L’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, già dal 2009, ha sollevato la problematica della qualità dell’aria e del rischio amianto nei territori del siracusano ed ha già depositato una moltitudine di cause civili ed istanze di giustizia affinché i nodi venissero al pettine, tutto nell’interesse della salute umana e della salvaguardia dell’ambiente e per dare all’ambiente circostante una nuova dignità, di riappropriarsi di quelle bellezze paesaggistiche e di quella storia millenaria di civiltà e bellezza.

“Dobbiamo restituire Siracusa, Priolo Gargallo, Melilli ed Augusta alla bellezza dei loro territori e alla maestà della loro cultura ed arte, coniugata allo sviluppo industriale e anche al profitto, purché lecito, e non a scapito della salute e dell’ambiente. Ci costituiremo parte civile nel procedimento penale nel caso ci fosse il rinvio a giudizio e saremo vigili perché i petrolchimici rispettino le prescrizione imposte dal GIP del Tribunale di Siracusa, cui va tutta la stima e il sostegno dei cittadini e lavoratori inermi” conclude l’Avv. Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, grazie all’aiuto dei suoi coordinatori regionali siciliani, si batte affinché venga attuata la L.R. 10/2014, ideata e predisposta dall’On.le Pippo Gianni, componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale ONA, per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto, in particolare l’art 8. stabilisce anche la creazione di un centro regionale per la terapia e cura presso l’Ospedale Muscatello di Augusta, con la costitizione di un cronoprogramma che, se rispettato, permetterebbe di salvare molte vite umane.

La Sicilia ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane in quanto l’ONA ha censito 947 mesoteliomi, per il periodo che va dal 2000 al 2011, per una media che nell’ultimo periodo sfiora i 100 casi per ogni anno.

Si tratta di dati sottostimati, in quanto in molti casi i cittadini siciliani debbono emigrare in Nord Italia per poter ottenere la diagnosi e per veri e proprio viaggi della speranza, per cui molti casi non vengono censiti.

 

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