“Da oggi (ieri, ndr) giorno 10 Luglio 2023 non si assicura il corretto svolgimento delle attività di questo ufficio per mancanza di personale dovuta all’astensione dei dipendenti dallo svolgimento delle mansioni superiori”. A mettere nero sul bianco l’annuncio di possibili disservizi è un’unità operativa del Centro per l’impiego di Siracusa al servizio dell’assessorato al lavoro della Regione Siciliana. Sono i primi effetti dello stato di agitazione indetto unitariamente dai sindacati dei dipendenti regionali, dopo che nella manovrina recentemente varata dall’Assemblea regionale siciliana sono saltati gli stanziamenti per le risorse necessarie alla riclassificazione del personale.

La protesta è prevista fino a venerdì 21 luglio e fa parte di una “mobilitazione generale del personale regionale per ribellarsi all’immobilismo di questo governo”. Il 12 luglio è previsto un sit-in sotto la sede dell’Assessorato alla Funzione Pubblica e il 18 un altro sotto Palazzo D’Orleans, a Palermo Dopo, se non ci saranno risposte, sarà indetto lo sciopero generale.

Con la protesta di ieri, i regionali, spesso impiegati in mansioni superiori a quelle loro affidate, e che per questo chiedono di salire di fascia, decidono di continuare a lavorare e, quindi, non di piegare la braccia ma di farlo secondo le mansioni che sono tipiche della fascia in cui sono inquadrati e dalla quale non possono essere promossi senza la riforma dell’ordinamento professionale della Regione.

Tra le ragioni della protesta, oltre alla mancata riclassificazione: la mancata nomina dei vertici dell’Aran, il mancato rinnovo contrattuale, l’assenza di alcun recupero dall’inflazione.

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