Il parlamentare di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, esprime con fermezza la propria posizione riguardo al dibattito in corso sulla carne coltivata, evidenziando la necessità di preservare le tradizioni alimentari italiane e garantire cibo di qualità per tutti i cittadini.

”Approvata alla Camera una delle leggi che tutela la qualità del cibo. Una legge democratica della nostra Nazione, nata in risposta a una petizione con oltre 2 milioni di firme, tra cui rappresentanti istituzionali di tutti i partiti, oltre 3 mila ordini del giorno dei Comuni e venti Regioni di ogni colore politico”.

Il parlamentare di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, esprime con fermezza la propria posizione riguardo al dibattito in corso sulla carne coltivata, evidenziando la necessità di preservare le tradizioni alimentari italiane e garantire cibo di qualità per tutti i cittadini. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha già evidenziato l’impegno italiano nel notificare la legge all’Europa dopo l’approvazione, auspicando che il modello italiano possa essere adottato a livello europeo, con la scelta di evitare gli Ogm nel continente.

”Sono orgoglioso che l’Italia possa essere la prima Nazione a proibire un prodotto che non si allinea con il nostro sistema alimentare e produttivo – dichiara Cannata, ribadendo l’importanza del rapporto millenario tra alimenti, terra e uomo, che non può essere replicato in laboratorio – La standardizzazione del cibo metterebbe in secondo piano l’elemento della qualità, minando la sicurezza alimentare per tutti. Non possiamo accettare un mondo in cui un’élite mangia bene mentre miliardi di persone sono costrette a nutrirsi con prodotti privi di qualità”.

In conclusione, Cannata sottolinea la ferma opposizione a un approccio che comprometterebbe la ricchezza agroalimentare italiana e metterebbe in discussione la cura dell’ambiente, sottolineando che l’Italia non deve cedere alla tentazione di rinunciare alle proprie tradizioni di eccellenza in favore di pratiche alimentari che non rispecchiano la storia, la cultura e le radici del nostro Paese.

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