“Dal 2001 al 2020 ci sono stati 891 suicidi tra le forze dell’ordine. Di questi, il 28,4% della polizia penitenziaria, il 15,7% della Polizia di Stato e così via. Se si suicida un detenuto nelle carceri se ne parla per settimane ovunque, se si suicida un poliziotto che lavora nelle carceri non ne parla nessuno. Ma non sono tutte e due vite umane? Dal primo gennaio al 18 agosto sono 43 le vittime suicide tra le forze dell’ordine, 69 sono state nel 2019, 57 lo scorso anno. Nessuno ne parla e questo è il risultato del totale disinteresse dello Stato nei confronti di tutti i cittadini, soprattutto nei confronti di chi è esposto maggiormente in un servizio per cui bisogna anche usare un’arma. Dal 1981 a oggi non è mai stato creato un’osservatorio per ascoltare i poliziotti che tutti i giorni vivono stress allucinanti”. Lo dichiara in un video postato su Facebook Andrea Cecchini, segretario nazionale del Sindacato di Polizia Italia Celere.

“A questi poliziotti – aggiunge – viene chiesta la perfezione, anche nella vita privata: se un poliziotto dice una parola sbagliata sui social viene punito con sanzioni disciplinari importanti tanto da rovinargli la carriera. Se un poliziotto sbaglia un intervento di polizia solo per legittima difesa subisce disciplina e penale. L’ascolto nei nostri confronti da parte dello Stato non c’è. Nel momento del bisogno siamo lasciati soli. Che cosa dovremmo chiedere a questa classe politica? Non sento programmi sulla sicurezza. Lo Stato dovrebbe creare una struttura dove mensilmente chiamarci uno a uno e vedere come stiamo. Noi di ‘Italia Celere’ abbiamo deciso di creare un’osservatorio sul benessere del personale che deve lavorare bene. Se lavora nel malessere si porta a casa uno stress che può sfociare anche nell’estremo sacrificio. Non possiamo lasciarne uno dietro”.
Sul problema dei suicidi tra gli appartenente alle forze dell’ordine e più in generale sulle idee in campo per migliorare la situazione degli operatori del comparto sicurezza e difesa, si registra l’intervento di Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno leghista: “Nel programma della Lega ho inserito un aspetto che riguarda gli alloggi alle forze di polizia ovvero che i beni confiscati alla criminalità organizzata possano essere messi a disposizione per aumentare gli alloggi per le forze dell’ordine perché spesso non ci sono alloggi a prezzi calmierati”.
La proposta di Molteni piace a Vincenzo Chianese, Segretario generale di ES Polizia: “Le carenze negli organici della Forze di polizia ha assunto ormai dimensioni intollerabili: nella sola Polizia di Stato il buco nell’organico del ruolo degli ispettori già oggi raggiunge il 40% e, causa l’invecchiamento del personale, a breve ci sarà papà a la metà degli ispettori previsti”.
“Nonostante gli immani sforzi del Dipartimento della pubblica sicurezza il malessere aumenta e gli strumenti disponibili non sono sufficienti per affrontare con efficacia l’emergenza: – continua Chianese – da un lato servono correttivi immediati al riordino del 2017 con adeguate assunzioni straordinarie, dall’altro un piano di sostegno psicologico alle divise, da attuarsi anche tramite specifiche convenzioni con gli ordini professionali, perché non è più possibile considerare fisiologico il fenomeno dei suicidi di donne e uomini in divisa”.

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