“L’8 marzo prima di essere una giornata di festa per le donne, deve esserlo di
impegno verso le donne. La festa deve nascere dal sentirsi partecipi di un percorso
comune: la scuola, le Istituzioni, i mezzi di comunicazione attraverso i valori che
trasmettono sono chiamati a favorire il cammino verso una parità sostanziale, mentre
alle donne tocca offrire validi modelli di comportamento.
A 70 anni dal riconoscimento dell’uguaglianza tra uomo e donna, il riequilibrio di
genere in Italia è ancora lontano dall’essere completamente realizzato, forse per il
persistere di resistenze dure a scomparire, o per una certa visione culturale che non
ritiene le donne capaci di svolgere ruoli di vertice, tanto nel settore pubblico quanto,
per la verità, in quello privato. Falsando un dato: il confronto di titoli, capacità
organizzative o leadership, evidenzia come le donne siano dotate di capacità
sorprendenti in tutti gli ambiti.
Portando per la prima volta una donna alla Presidenza del Consiglio comunale,
seconda carica più importante della Città, Siracusa ha lanciato un segnale forte,
arrivando prima di molti altri Comuni a completare questo percorso. E’ la conferma di
come le distanze si stiano riducendo, facendo crescere la consapevolezza che la
scarsa valorizzazione delle energie e delle competenze femminili rappresenta non
solo un’ingiustizia, ma un fattore di debolezza del processo di crescita economica e
sociale. Le Istituzioni hanno bisogno delle donne, della loro concretezza, del loro
punto di vista per arrivare a scelte che rispecchino meglio le istanze della società.
Questi concetti e questi principi devono valere non solo per quante hanno particolari
funzioni e visibilità, visto che spetta a tutte le donne, nella quotidianità della loro vita,
il dovere di contrastare luoghi comuni, di esigere rispetto e considerazione. Perché la

“parità” non è un semplice pareggio numerico tra uomini e donne. Parità significa
dare a tutti, senza distinzioni di genere, la garanzia delle medesime possibilità:
realizzare quindi politiche che consentano la conciliazione tra vita privata e vita
professionale, servirà a far crescere la nostra società, una società dove le donne non
dovranno più essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro.

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