Il Governo regionale ha deciso: Alessandro Caltagirone è il nuovo direttore generale dell’Asp di Siracusa. A partire da oggi, primo febbraio, guiderà l’Azienda in qualità di commissario straordinario, nelle more del completamento dell’iter di nomina. Caltagirone lascia l’Asp di Caltanissetta in cui arriverà Salvatore Lucio Ficarra che, quindi, conclude il suo impegno in provincia di Siracusa. Alessandro Caltagirone, 52 anni, si è laureato in Ingegneria nucleare nel 1998 con specializzazione in Ingegneria clinica nel 2004.

La giunta presieduta da Renato Schifani ha designato ieri sera i direttori generali alle strutture sanitarie regionali, recependo i nominativi proposti dall’assessore della Salute, Giovanna Volo, come previsto dalla normativa vigente attinti dalla rosa dei 49 idonei sulla base delle valutazioni della commissione di selezione.

“Abbiamo definito i nuovi assetti della sanità in Sicilia nei tempi che avevamo stabilito – evidenzia nel comunicato stampa serale sulle nomine il presidente della Regione, Renato Schifani – È un altro impegno rispettato, così come quello relativo alle selezioni per il ruolo di direttori sanitari e amministrativi che dovranno affiancare i nuovi manager. La giunta ha scelto figure qualificate sul piano della professionalità per la guida delle aziende e degli ospedali. I neo manager dovranno gestire la delicata fase che il sistema sanitario regionale si accinge a vivere, in attuazione delle linee che il governo intende imprimere per rendere il settore più moderno, efficiente, sostenibile economicamente e, soprattutto, sempre più attento ai cittadini. Una sanità che curi, ma soprattutto si prenda cura dei pazienti. Stiamo portando avanti un importante lavoro per il completamento di strutture ospedaliere attese ormai da anni, per l’abbattimento delle liste d’attesa e per la razionalizzazione della rete sanitaria, affrontando anche le questioni legate al personale medico e ausiliario. Un’opera che richiede lo sforzo sinergico del governo e dei manager per garantire ai siciliani, al pari dei cittadini di altre regioni, una sanità di alta qualità e che consenta loro di curarsi nel migliore dei modi nella loro terra“.

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