Il commissariamento dell’Inda è un atto dovuto, che blocca una deriva irreversibile se tutto fosse rimasto com’era prima. Con una stagione ormai alle porte e uno statuto che, giorno dopo giorno, si rivela inadeguato a garantire una governance solida e non litigiosa, non si sarebbe potuto fare diversamente”. Parole chiare quelle pronunciate da Mria Rita Sgarlata, presidente dei democratici per la città, per la quale bisogna accettare l’idea che lo statuto, nato nel 2004, “alimenta volutamente, con lo spirito del divide et impera, la confusione dei ruoli, in particolare tra soprintendente e consigliere delegato, e le invasioni di campo. Nella riscrittura dello statuto – prosegue Sgarlata – si dovrà intervenire soprattutto su tre articoli che creano contiguità pericolose. Chi fa che cosa? Senza la chiarezza delle norme non si va da nessuna parte. Inutile quindi vagheggiare e rimpiangere i tempi perduti!

A giudizio dell’ex assessore regionale, il commissariamento non è un declassamento ma un’opportunità per correggere gli errori passati e ripartire. “Siamo consapevoli – aggiunge – che i commissariamenti sono tanto più efficaci quanto brevi; auguriamo quindi un buon lavoro, breve però, al commissario Pier Francesco Pinelli. Difenda la fondazione INDA dalle logiche che l’hanno logorata e ne hanno svilito il ruolo fondativo e la restituisca presto agli organi direttivi previsti dalla statuto.

 

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