“I recenti fatti di cronaca dovrebbero obbligare ad elaborare delle serie riflessioni e, soprattutto, ad adottare provvedimenti concreti riguardo alla condizione minorile e giovanile anche nella provincia di Siracusa. Eppure si continua a parlare delle vicende di Palermo e di Caivano come se si trattasse di fatti isolati, eccezionali. Tra l’altro, proseguire in questa pubblicazione a puntate dei dialoghi di questi ragazzi risponde davvero ad esigenze informative o dobbiamo piuttosto riflettere sul rischio che questa spettacolarizzazione morbosa di avvenimenti così violenti non sia qualcosa di fortemente detestabile e possa addirittura istigare ad emularli?“. Lo dichiara in un comunicato reso alla stampa, Salvo Sorbello, Presidente di Progetto Famiglia Siracusa APS.
“Io penso – prosegue – che questa angolazione sia fuorviante, perché quello che è successo potrebbe accadere ovunque, pure a casa nostra. Anche il messaggio che è stato dato, facendo uscire praticamente subito dall’istituto penale minorile il diciassettenne, salvo poi riportarlo dopo qualche giorno al “Malaspina“, colpito da un aggravamento della misura cautelare perché aveva girato dei video in cui addirittura si vantava con le sue fan, è assolutamente non condivisibile“.
Ed è a questo punto che il Presidente di Progetto Famiglia Siracusa APS si pone una serie di domande: “Nell’essere sollecitamente premurosi nei confronti di chi è accusato di un reato così pesante, si è tenuto conto della vittima? E per un’ipotesi di reato così grave, quale diseducativo messaggio troppo “buonista” arriva a tutta la società? Cosa facciamo nella provincia di Siracusa per evitare che comportamenti sfacciatamente maschilisti vengano tollerati e sopportati? Cosa stiamo facendo tutti (famiglie, enti locali, scuole, chiesa) in presenza di una questione giovanile che ci interroga e rispetto alla quale non abbiamo il coraggio di affrontare gli aspetti (penso ad esempio alla dispersione scolastica) che potranno generare danni incalcolabili per la società del futuro?“
“Il cambiamento culturale che, faticosamente, cerchiamo – continua Sorbello – deve condurre a non considerare possibile e normale che, in qualsiasi luogo e circostanza, una donna valga di meno.
Quanti Comuni della nostra provincia utilizzano i fondi della legge 328 e di altre leggi, per mettere in atto efficaci interventi di prevenzione del disagio dei minori e dei nuclei familiari in condizioni conclamate di rischio? Per sostenere davvero le funzioni genitoriali e una positiva relazione genitori-figli? Per predisporre progetti socio- educativi in grado di affrontare i bisogni peculiari dell’adolescenza, valorizzando anche la partecipazione dei minori ad esperienze aggregative ed educative?“
“Queste dovrebbero essere le priorità di amministrazioni locali che hanno a cuore il futuro dei loro giovani, che rappresentano la ricchezza più importante della nostra società. Il rischio è che queste vicende – conclude Salvo Sorbello – tra qualche settimana cadranno nel dimenticatoio e segneranno solo, per sempre, la vita di queste povere ragazze e delle loro famiglie“.

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