Siracusa, 1 marzo ’19 – “A distanza di una settimana, almeno 500 utenti, tra piccole imprese
agricole e privati, restano ancora al buio a causa dei danni subiti dalla rete elettrica durante il
maltempo che si è abbattuto sulla costa orientale della Sicilia. Il tema delle infrastrutture
immateriali si ripropone con forza; i mancati investimenti si ripercuotono sui cittadini e sui
lavoratori.”
Così, il segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, interviene dopo il giro
effettuato in provincia per la conta dei danni seguita alla tempesta di vento della scorsa settimana.
“Bene hanno fatto i sindaci a chiedere lo stato di calamità – ha dichiarato Sanzaro – Tra Ragusa e
Siracusa il settore agricolo è in ginocchio. A questi danni evidenti e visibili se ne aggiungono altri
che, a distanza di una settimana, stanno ancora arrecando problemi a piccole aziende e a privati.
Cavi elettrici tranciati dagli alberi sradicati e pali abbattuti un po’ dovunque hanno isolato intere
aree del territorio. È un tema che da anni sollecitiamo. Insieme alle autostrade e alla viabilità
interna, infrastrutture materiali, continuiamo a chiedere che anche quelle immateriali vengano
gestite con programmazione e, quindi, con investimenti.
La furia dei venti, certamente violenta, non può giustificare quanto è accaduto – dice ancora il
segretario della Cisl – Siamo di fronte ad eventi climatici straordinari ma dobbiamo ammettere che
da almeno dieci anni non si effettuano interventi strutturali alla rete.
E questa cattiva gestione pesa sui lavoratori dell’Enel. Basta guardare le stime per comprendere
che la Sicilia è penalizzata rispetto ad altre regioni d’Italia. Nel 2018 abbiamo subito circa 67 mila
guasti costringendo gli operai a caricarsi, percentualmente per ognuno di loro, ben 94 guasti.
C’è, evidentemente, qualcosa che non quadra. Una rete elettrica obsoleta che ha bisogno di essere
rimodernata. Nel nord est convivono con la bora che soffia sicuramente in maniera più violenta e
costante; da noi bastano 48 ore di vento a 80 chilometri orari per provocare questo disastro.
Chiediamo programmazione e un piano industriale serio – conclude Paolo Sanzaro – La rete
elettrica serve ai privati cittadini ma serve all’economia: dalla piccola alla media impresa, fino alle
grandi aziende. Lo sviluppo che vogliamo passa anche da questo interruttore.”

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