Nella Giornata europea della cultura ebraica, che invita a conoscere e approfondire storia, cultura e tradizioni dell’ebraismo, è importante, a mio avviso, non dimenticare che nel 1474 a Modica, a Siracusa ed a Noto (nell’antico sito del monte Alveria, prima della distruzione dovuta al terremoto del 1693), accaddero fatti gravissimi, che videro l’uccisione di un enorme numero di persone, donne e bambini compresi, di religione ebraica. David Abulafia, importante studioso britannico, ha definito quello di Modica del 1474 il più grande massacro antisemita della storia italiana, per le 360 vittime, per le centinaia di feriti, per le devastazioni di sinagoghe e palazzi.

Per la strage di Modica secondo alcuni le vittime potrebbe essere state addirittura 470, mentre per l’eccidio di Noto il numero degli ebrei uccisi dovrebbe essere stato di gran lunga inferiore, ma comunque assai considerevole: si contarono almeno diciotto morti.

Ricordare questi tragici eventi è davvero molto essenziale, perché si tratta di stragi dimenticate ma che hanno segnato profondamente la nostra storia e quella della nostra terra e che sono avvenuti pochi anni prima del 31 marzo del 1492, quando i re cattolici di Spagna Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia emisero il Decreto di Alhambra, con cui imposero l’espulsione delle comunità ebraiche, che non accettavano di convertirsi al cristianesimo, dal regno di Spagna e dai suoi possedimenti, tra cui la Sicilia, a partire dal 31 luglio di quello stesso anno.

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