ENI non svendere il futuro del Paese. Con questo slogan si prepara la manifestazione nazionale del sindacato unitario che ha scelto Siracusa per dimostrare contro la decisione di ENI di cedere Versalis a un fondo americano. Domani largo XXV luglio, sarà il centro della protesta per tutto il mezzogiorno d’Italia.Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, le sigle che raccolgono i chimici della triplice, porteranno in piazza, a pochi chilometri da Priolo, il loro no contro la dismissione di un ramo d’azienda della partecipata di Stato.

I segretari generali nazionali dei chimici, Emilio Miceli, Angelo Colombini e Piero Pirani, ribadiranno le loro richieste al Governo nazionale e il loro no alla svendita di un’azienda che, in provincia di Siracusa, occupa, tra diretto e indotto, un migliaio di persone. A Siracusa arriveranno da Ragusa, Gela e Milazzo. Ma altre delegazioni arriveranno dalla Campania, da Brindisi e dalla Calabria. Il meridione d’Italia, quello vissuto sul tessuto economico creato dalla presenza storica di ENI, si ritroverà per rilanciare un grido di allarme che il Governo nazionale, al di là di timide rassicurazioni, non ha ancora colto del tutto. Il sindacato continua a chiedere che si salvi Versalis attingendo al fondo della Cassa depositi e prestiti. Un miliardo e 200 milioni di euro che consentirebbe di mantenere la maggioranza pubblica e governare meglio gli investimenti futuri. Il rischio di effetto domino è sempre presente, continua a ripetere il sindacato unitario. La strategicità di ENI nel sito di Priolo rischia di provocare, con il passaggio di mano di Versalis, criticità in un’area integrata tra le più importanti d’Europa.

 

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