Si apre, stamane a Pisa, il processo sulla tragedia di Emanuele Scieri, il parà di leva della Folgore morto a 26 anni, il 16 agosto 1999, nella caserma Gamerra di Pisa. Nel processo sono imputati due ex caporali, Alessandro Panella, 42 anni, e Luigi Zabara, 44, accusati di omicidio volontario aggravato in concorso. Un terzo ex caporale, Andrea Antico, 42 anni, l’unico tuttora in servizio nell’Esercito, a sua volta accusato di concorso nell’omicidio, è stato invece assolto dal Gup lo scorso 29 novembre, dopo aver scelto il rito abbreviato.

Secondo la procura di Pisa, il parà siracusano Scieri fu vittima di un atto di nonnismo. La notte della tragedia precipitò dalla torre in un’area dismessa della caserma, e lì fu lasciato agonizzante fino al ritrovamento tre giorni dopo.

Per anni, dal 1999, attorno alla vicenda del parà siracusano c’è sempre stata una misteriosa nube, la svolta è arrivata negli anni scorsi dopo l’istruttoria della Commissione parlamentare d’inchiesta, voluta dall’allora deputata nazionale del Pd, Sofia Amoddio, che ha creduto alla tesi della famiglia della vittima, la madre Isabella Guarino ed il fratello Francesco Scieri (difesi dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo), per i quali Emanuele è stato ucciso perché si era ribellato ad un atto di nonnismo.

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