In merito alla questione legata alla rete ospedaliera siciliana, stiamo assistendo in questi ultimi giorni ad uno scontro istituzionale tra il Ministro della Salute Giulia Grillo e l’Assessore Regionale della Salute Ruggero Razza, con un corollario di interventi di diversi soggetti politici, ciascuno con una posizione diversa. L’Avis Provinciale e l’Avis Comunale di Siracusa chiedono congiuntamente che sia fatta immediatamente chiarezza sull’argomento e ritengono che sia doverosa la convocazione di una riunione della Conferenza dei Sindaci della Provincia di Siracusa, come previsto dalla Legge Regionale n.5 del 2009, con all’ordine del giorno l’esame della nuova configurazione della rete ospedaliera siciliana, ritenendo il tema di interesse di tutta la provincia, in modo tale da creare un territorio coeso politicamente che faccia rivalere le proprie aspettative.

“A tal proposito, è necessario – spiega Nello Moncada, Presidente dell’Avis Comunale di Siracusa – che tutta la classe dirigente siracusana, dai parlamentari nazionali e regionali di tutti gli schieramenti, ai sindaci, ai consigli comunali, alle forze sociali e a tutte le associazioni del volontariato e del terzo settore che fanno parte della consulta provinciale per la sanità, facciano fronte comune a sostegno della qualità dell’assistenza sanitaria pubblica siracusana. È auspicabile che i siracusani abbiano uno scatto di orgoglio e che politicamente si presenti un territorio coeso per far rivalere le proprie aspettative in un confronto serio e risolutore con l’Assessore alla Sanità, prima di rassegnarsi ad avere un ospedale di primo livello che costringa i cittadini di Siracusa e dei comuni della provincia a recarsi a Catania per avere un livello di assistenza sanitaria completo e qualificato. È per questo che, come già sottolineato precedentemente, l’Avis di Siracusa offre la propria sede per realizzare un incontro tra tutti i deputati su un argomento così scottante”.

L’Avis non può non rivendicare oggi la difesa della attuale strutturazione della rete ospedaliera e quindi il mantenimento di tutte le attività operative complesse e semplici presenti allo stato attuale e non può accettare un passo indietro a perdere. In particolare ritiene necessario il mantenimento dell’UTIN, di emodinamica, radioterapia, medicina nucleare, endoscopia digestiva, malattie infettive, dell’unità operativa per le neoplasie mammarie e la classificazione di primo livello dell’ospedale di Lentini.

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