Lo splendore dell’antica Siracusa e le idee per renderlo ancora vivo in prospettiva attuale con progetti ed iniziative culturali sono gli argomenti che verranno trattati durante i lavori del secondo convegno di studi dal titolo “Siracusa, un Museo nel Mediterraneo tra passato e futuro”, in programma l’1 e il 2 febbraio presso l’Urban Center di Siracusa. L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale “Per la città che vorrei” con il patrocinio dell’ENDAS CONI e del Comune di Siracusa, è curato dal prof. Giancarlo Germanà Bozza, docente ordinario di Storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Alle due giornate di studio parteciperanno studiosi ed esperti del patrimonio culturale di Siracusa e della gestione del turismo con la partecipazione degli studenti delle scuole superiori siracusane.

Ogni mattinata sarà organizzata in sessioni, alla fine di ognuna delle quali si terrà un dibattito con la partecipazione del pubblico. Alla fine del convegno sarà tracciato un documento che riassumerà i lavori, fornendo le linee guida per la valorizzazione dei beni culturali ed il potenziamento del turismo che da essa può derivare. Tutti gli interventi dei relatori, inoltre, saranno raccolti in volume di atti. Entrambe le giornate del convegno saranno arricchite dalla partecipazione del maestro Francesco Drago, che aprirà e chiuderà la manifestazione con alcune pregevoli esecuzioni musicali.

“Dalla sua fondazione, avvenuta nel 733 a.C. ad opera di un gruppo di coloni provenienti da Corinto, la storia di Siracusa – dice Sergio Pillitteri, presidente dell’associazione Per la città che vorrei – ci parla di tolleranza e di apertura al dialogo tra i popoli. Dal suo porto sono transitate tutte le culture del Mediterraneo e nella sua agorà si sono confrontati filosofi, artisti e letterati che l’hanno resa una delle più illustri città della classicità. Parlare oggi di Siracusa presume necessariamente una consapevolezza della sua lunga storia e di una tradizione di apertura allo scambio di idee ed alla tolleranza. Tutto questo lo possiamo ancora oggi vedere nei suoi monumenti, luoghi unici per il valore archeologico e storico-artistico. Pronta a contendersi con Cartagine il controllo del Mediterraneo con lunghe guerre, Siracusa fu uno dei principali centri mecenatici, accogliendo tanti personaggi illustri della classicità come Eschilo, Pindaro, Ibico, Senofonte e Platone. Quest’ultimo soggiornò più volte a Siracusa e fu confidente di Dione, progettando con lui un governo illuminato. Qui nacquero tanti uomini di ingegno, tra i quali ricordiamo Archimede, che arricchì la città con le sue opere”.

Ancora all’inizio del Medioevo, Siracusa rappresentava uno dei centri più importanti dell’impero bizantino, diventando perfino sede della corte durante il breve regno di Costante II (663 – 668). Conquistata dagli Arabi solo dopo un lungo assedio, Siracusa dovette conservare un ruolo di primo piano nell’isola e rappresentare un luogo di incontro tra culture diverse. “Lungo le strade di Siracusa e nei suoi due porti – prosegue Pillitteri – circolavano uomini e merci, ma soprattutto culture provenienti da ogni parte del Mediterraneo. Autentico monumento alla tolleranza e luogo di incontro tra culture diverse è il Castello Maniace, il cui impianto originale si deve all’imperatore Federico II di Svevia e fu realizzato dall’architetto Riccardo da Lentini tra il 1232 e il 1239. Il castello rappresentava la costante presenza e la forza dell’imperatore, ma dietro la sua monumentalità è stata vista perfino una possibile influenza dell’architettura araba. Qui si potevano ascoltare lingue diverse dialogare pacificamente e religioni diverse convivere lontano dai conflitti sanguinosi”

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