Con un post su Facebook, Paolo Ficara, deputato nazionale del Movimento 5 stelle e vicepresidente della Commissione trasporti,, annuncia il suo addio al Parlamento italiano, rinunciando alla candidatura alle Politiche del 25 settembre. Ficara assicura che non ci sono ragioni politiche o frizioni con i vertici del Movimento dietro la sua decisione, per cui tornerà ad indossare un camice bianco, essendo un odontoiatra.

Torno alla mia professione e lo faccio con la consapevolezza di non aver mai tradito le promesse fatte, di aver rispettato sempre gli impegni presi con una forza politica come il M5S, nella quale non è semplice stare se non ci si crede fortemente per via di quelle regole con le quali siamo nati e che spesso sono contrarie alla natura umana, lo stiamo vedendo in questi giorni di abbandoni. Una forza politica fatta di tante brave persone, colleghi, attivisti, simpatizzanti. Una forza cui devo solo dire grazie per la splendida opportunità che mi ha permesso di fare. E dico grazie per aver potuto rappresentare i cittadini e il mio territorio nelle istituzioni, nell’organo rappresentativo più alto del mio Paese, il Parlamento. È stato un onore che ho cercato di ripagare con il massimo impegno personale, dal primo all’ultimo giorno. Un impegno sicuramente mai sufficiente ma che mi ha visto dare tutto me stesso in questi anni, con disciplina ed onore. In questi anni ho avuto più del 95% di presenze in Aula, ho depositato 79 atti tra interrogazioni, interpellanze e risoluzioni (molte su problematiche della nostra Regione) ed alcune proposte di legge (un paio divenute legge trasformandole in emendamenti). Ho restituito alla collettività più di 106mila euro, oltre a rinunciare all’ulteriore indennità di 21mila euro per aver ricoperto la carica di vicepresidente della Commissione Trasporti dal luglio del 2020. I trasporti e le infrastrutture sono stati i temi che ho principalmente seguito a livello nazionale, sapendo bene quanto enormi siano le carenze nella nostra Regione. Nonostante i risultati concreti si vedranno tra qualche anno (serve tempo per poter progettare e costruire una opera pubblica) abbiamo finalmente messo al centro dello sviluppo infrastrutturale la nostra Sicilia. Ferrovie, strade, porti. E non solo“.

Qualche risultato lo si è pure portato a compimento, come la riqualificazione di numerose strade provinciali, il tanto atteso restauro del ponte di Cassibile, la realizzazione della fermata ferroviaria presso l’aeroporto di Catania. Tanti interventi sono stati avviati e tante sono le risorse stanziate per opere che vedremo nei prossimi anni, molte infatti dovranno essere completate entro il 2026 perchè finanziate con il PNRR. Sono orgoglioso di aver contribuito a portare nella nostra provincia di Siracusa circa 500 milioni di euro per quanto riguarda i trasporti e le infrastrutture. Parliamo di importantissime risorse attese da anni per la manutenzione delle strade provinciali, il finanziamento della ciclovia della Magna Grecia, il recupero della ferrovia Noto-Pachino, il bypass ferroviario ad Augusta, l’acquisto di nuovi treni notte, per citarne alcuni. Di questi 500 milioni, quasi 200 hanno riguardato il Porto di Augusta con il finanziamento di opere come la manutenzione della diga foranea, il collegamento ferroviario nel porto, l’elettrificazione delle banchine. E circa 75 sono stati i milioni per Siracusa, tra il lavoro fatto per la conferma dei fondi del bando periferie, il rinnovo del parco autobus della nostra città, le risorse per la mobilità sostenibile e la riqualificazione urbana. Senza dimenticare i finanziamenti del PNRR per la Stazione di Siracusa e l’elettrificazione delle banchine del nostro Porto, per fare qualche esempio“.

A questi vanno aggiunti alcuni grandi interventi che ci riguardano e che mi hanno visto direttamente coinvolto. Come lo sblocco e il finanziamento della Ragusa-Catania (1 miliardo e 200 milioni) e l’avvio concreto delle procedure per la costruzione del nuovo ospedale di Siracusa (circa 200 milioni). Poi ci sono i finanziamenti per la rete ferroviaria siciliana, con cantieri già in corso e altri che a breve si avvieranno per avere finalmente anche da noi una infrastruttura moderna e sicura“.

“Ci sono altri temi su cui ho lavorato in questi anni. Primo fra tutti, il risanamento economico della ex Provincia di Siracusa, in dissesto dal 2018 con un buco di 200 milioni di euro ma con importantissime funzioni ancora da svolgere. Come la manutenzione di strade e scuole oltre al fatto che i dipendenti non ricevevano lo stipendio in maniera regolare dal 2016. Lo scorso anno, il 2021, lo hanno percepito senza nessuna interruzione o ritardo. Con un lavoro costante in questi anni, siamo riusciti a ridurre il prelievo forzoso a carico delle province siciliane di 90 milioni l’anno, che per Siracusa vogliono dire più di 8.

I 160 milioni di euro portati a casa nel 2020 per i rimborsi del Sisma90, visto che i fondi precedentemente stanziati erano esauriti e restavano ancora migliaia di istanze da liquidare.

L’attenzione sullo sviluppo, la bonifica e la transizione della nostra zona industriale, anche alla luce del PNRR, oltre l’attenzione di questi mesi a causa del pericolo derivante dalle sanzioni al petrolio russo per le attività di Isab-lukoil. Ricordo la ripresa della conferenza dei servizi per la bonifica della rada di Augusta (iter bloccato da anni) che adesso si avvia verso la progettazione degli interventi necessari“.

Piccole soddisfazioni sono state anche le donazioni che con i colleghi della provincia abbiamo fatto per l’acquisto di ventilatori polmonari donati all’Asp nelle prime settimane dell’emergenza Covid o i nuovi attrezzi regalati al Comune di Siracusa per la palestra del Campo Scuola Pippo di Natale.

Poi non posso che essere orgoglioso di aver contribuito ad introdurre norme di civiltà nel nostro Paese, consapevole di fare l’interesse di tanti e non di pochi, spesso degli ultimi. Il Reddito di cittadinanza, il superbonus, il decreto dignità, l’assegno unico per le famiglie, l’avvio del taglio del cuneo fiscale, la legge spazzacorrotti e il carcere ai grandi evasori, la legge salvamare, tante risorse stanziate per una nuova stagione di concorsi e assunzioni che vanno dalla scuola alla sanità e in generale nella nostra pubblica amministrazione, la spinta alla digitalizzazione e una rinnovata attenzione al Mezzogiorno. Senza dimenticare quell’enorme iniezione di investimenti pubblici chiamato PNRR, nato come reazione al dramma della pandemia e diventato realtà grazie alla tenacia dell’Italia in Europa e del nostro Presidente Giuseppe Conte. Questi importanti risultati avranno bisogno di tempo per mostrare la loro efficacia ma soprattutto hanno bisogno che i vari livelli istituzionali li facciano funzionare: regioni, province, comuni. Ci hanno costantemente attaccato, sminuendo le vittorie ottenute. Spesso del male ce lo siamo fatti da soli, con persone alla ricerca solo della gloria personale e noi stessi che abbiamo dato più importanza alla critica del singolo più che valorizzare il risultato ottenuto“.

“Abbiamo fatto degli errori, sicuramente, sempre però con la volontà di fare il giusto, pensare ai più e ridurre le disuguaglianze. E su questa strada bisogna continuare, l’Italia ha ancora un enorme bisogno di una forza politica come il M5S, anche alla luce di quello che avviene a livello dei partiti, con un Pd che supera a destra la destra, imbarcando di tutto e di più. Io non sarò della partita però, la mia è una decisione presa da parecchio tempo, per diversi motivi personali. Torno alla mia professione, per la quale ho investito quasi dieci anni della mia vita tra laurea e specializzazione e che in questi anni un po’ mi è mancata. Lo farò tornando ad essere un cittadino attivo, che segue e si interessa della gestione della cosa pubblica, a partire dalla propria comunità. Non ci sarò in prima persona ma ci sarò con tutto il mio sostegno perché questo Paese ha bisogno di continuare il cambiamento in meglio che abbiamo avviato, nella strada della riduzione delle disuguaglianze tra persone e territori, dell’inclusione sociale, della tutela dell’ambiente. E oggi c’è un disperato bisogno di una forza pacifista che faccia di tutto per incrementare gli sforzi diplomatici riducendo la rincorsa alle armi“.

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