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Migliaia di persone hanno partecipato alla processione di Santa Lucia. E’ stata una sfida alla pioggia con una corsa dei “berretti verdi” che, per timore del temporale, hanno raggiunto la Basilica  della Borgata a tempo di record. Qualche minuto dopo le 18,30 il simulacro ha varcato il portone della chiesa che porta il nome della Santa.
La deputazione di Santa Lucia con in testa il presidente Pucci Piccione, in stretto accordo con le autorità ecclesiastiche e la Protezione civile, hanno deciso di anticipare di mezz’ora la processione per timore del maltempo. I 48 portatori di Santa Lucia, divisi in due turni, hanno praticamente accelerato il passo, facendo soste brevissimi lungo il tracciato che da Ortigia porta alla Borgata. Prima che il simulacro lasciasse il Duomo, gli alunni degli istituti comprensivi, diretti dalla maestra Mariuccia Cirinnà, hanno intonato cori per la Patrona. Poi è stata la volta dell’arcivescovo Salvatore Pappalardo.
“Viviamo un tempo in cui lo straniero è considerato un nemico da cui difendersi e le persone più fragili solo un fastidio”. Così l’alto prelato, aprendo la processione del simulacro di Santa Lucia a Siracusa. “Le nostre relazioni sono improntate a una litigiosità sterile che impedisce il dialogo – sono state le parole di Pappalardo – e ostacola la realizzazione del bene comune. L’accoglienza del povero e dell’immigrato sono un’occasione di arricchimento”. Rivolto ai fedeli l’arcivescovo ha poi aggiunto che “Siracusa continua a vivere una profonda crisi morale, economica, sociale e politica” sottolineando la necessità di “servitori generosi, competenti e disinteressati pronti a spendersi per il bene comune, affinché nessuno resti solo e dimenticato” e di “progetti lungimiranti che trascurando il consenso immediato aprano la strada a nuovi scenari nel campo del lavoro e del futuro dei nostri giovani”.

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