“Il Teatro greco di Siracusa, emblema planetario della Città e segno della sua grecità, presenta il conto del tempo. Ma c’è chi non se cura“. È la denuncia che arriva, in questi giorni, dalla Consulta universitaria per l’archeologia del mondo classico che ha lanciato un appello al Governo nazionale, alla presidenza della Regione ed al sindaco di Siracusa perché si fermino i 14 concerti di musica pop e rock nell’importante monumento.

“Il vulnus del Monumento – secondo gli esperti – è l’alveolatura della roccia: in essa ristagna l’acqua piovana che, lentamente ma inesorabilmente, intacca il calcare; inoltre, tra alveoli e fessurazioni si insedia una rigogliosa vegetazione spontanea“.

“Tuttavia – proseguono – mentre archeologi, storici, petrografi esprimono preoccupazione e sollecitano interventi di restauro conservativo e di più puntuale manutenzione, gli amministratori pensano solo a quanti concerti pop-rock potervi ospitare“.

La Regione ha autorizzato gli spettacoli musicali nell’antica cavea, che, dall’11 maggio al 2 luglio, ospiterà le rappresentazioni classiche, organizzate dalla Fondazione Inda. Gli archeologi insistono sulla precarietà del Teatro greco di Siracusa, che presenta, a parere degli esperti, delle criticità e la striscia di concerti, capaci di calamitare migliaia di spettatori rischierebbe di pregiudicare il sito.

“Si vuole evidenziare – si legge nella lettera inviato al ministro della Cultura, al presidente della Regione siciliana, all’assessore regionale ai Beni culturali ed al sindaco di Siracusa – l’estrema fragilità del monumento, che versa in uno stato di lapalissiano degrado dovuto al concorrere di più fattori: la spoliazione subita nei secoli passati, gli inevitabili fenomeni erosivi, aggravati dall’inquinamento atmosferico, il ripetuto montaggio e smontaggio degli apparati e degli impianti scenici e delle impalcature lignee che esercitano pressioni puntuali sulla superficie del teatro”.

Per questo motivo, “auspichiamo che gli spettacoli supplementari – si legge nella lettera della Consulta universitaria per l’archeologia del mondo classico – possano essere ospitati in altro e più idoneo sito e che conclusa la stagione delle rappresentazioni classiche il Teatro possa tornare al suo ruolo primario di monumento nazionale e di patrimonio dell’umanità”.

“Un luogo che è testimonianza delle più alte vette culturali che l’Antichità ha espresso in Occidente non è certo il più congruo ad ospitare i concerti pop-rock, tanto cari all’Amministrazione. Concerti che, proprio per il forte impatto antropico, vengono usualmente allocati in stadi e grandi piazze. Purtroppo – concludono gli esperti – la valutazione storico-archeologica sta in capo ad organi politici, piuttosto che tecnici. In tal modo, eventi ed indotto valgono per quanto rendono alla Città. L’usura e i rischi strutturali del Teatro passano in seconda linea“.

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