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Al cimitero di Siracusa accadono fatti allucinanti: ladri che saccheggiano loculi e cappelle a caccia di rame, loculi e cappelle abbandonate al loro destino, fiori rubati, sopraffazione con la tassa sui loculi antecedenti i 25anni. Pare che il Comune, per fare cassa, avrebbe deciso arbitrariamente senza il consenso degli eredi di vendere una cappella gentilizia sita nel primo cancello lungo il viale che porta sul retro della chiesa monumentale.

Avendo un concessionario costruito una Cappella Gentilizia su suolo avuto in concessione novantanovennale dal Comune, può lo stesso vendere dei loculi o parte della cappella stessa, mediante scrittura privata, ad altre persone senza preventiva autorizzazione degli eredi?

I loculi costruiti prima del 1975, possono essere venduti sempre mediante scrittura privata?

No, la risposta è negativa.

Il vecchio regolamento di polizia mortuaria all’epoca del Regno d’Italia Regio Decreto N. 1880 del 1942 con l’Art. 71 prevedeva la cessione delle sepolture private e di conseguenza dello jus sepulcrhi (diritto ad esser sepolti ed a dare sepoltura in una tomba privata) per atti inter vivos, ossia attraverso accordi e contratti stipulati tra soggetti viventi; tuttavia con l’avvento dell’Art. 824 Codice Civile (Il libro terzo del Codice Civile entrò in vigore sempre nel 1942) il cimitero è definitivamente solo e soltanto demanio comunale, quindi solo il comune può accordare la concessione in uso delle sepolture private a sistema di tumulazione (semplici loculi, cappelle gentilizie, nicchie murarie colombari, celle ipogee o epigee tombe a stesso) oppure a sistema di inumazione (tombe terranee).

Quello che è successo mercoledì scorso al cimitero di Siracusa è incredibile. I fatti. Una signora siracusana che abita a Roma, in questi giorni di festività ritorna in città e si reca a fare visita ai propri cari nella propria tomba gentilizia che si trova alle spalle della chiesa nella penultima via che porta all’obitorio. La signora incredula pensa di aver sbagliato zona e non si dà pace, fin quando si rende conto che la sua cappella è stata occupata abusivamente, restaurata di tutto punto e con le salme ivi riposte. Con i feretri dei familiari rimossi e posti nell’ossario comune.

A questo punto la signora in preda a crisi nervosa esce gridando dal cimitero, facendo accorre in pochi minuti le forze dell’ordine che con diverse pattuglie si catapultano sul posto. Dopo vari accertamenti scoppia il bubbone: ” la cappella gentilizia il Comune l’avrebbe venduta in assenza di eredi “, a loro dire. E il Tribunale avrebbe disposto adesso il sequestro con salme incluse, apponendo i sigilli, con il presunto grave reato di atto profanazione, in attesa di vederci chiaro sull’accaduto.

“Il Comune non ha venduto la cappella – spiega l’assessore comunale ai Servizi cimiteriali, Alessandra Furnari – Voglio ricordare che la vendita tra privati non può avvenire, in quanto è il Comune che concede una concessione. Come ufficio stiamo facendo le opportune verifiche per capire cosa sia successo”.

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