I Centri di dialisi della Sicilia sono al collasso e rischiano di chiudere, strozzati dall’aumento dei costi ed in particolare dal rincaro dell’energia. E’ quanto lamentano le Associazioni di categoria, che hanno proclamato lo stato di agitazione.

A.Di.P. – Associazione Dialisi Privata; A.D.S. – Associazione Dialisi Sicilia; e A.S.C.E.A. – Associazione Siciliana Centri Emodialisi Accreditati, sottolineano in una nota che “negli ultimi tre anni hanno più e più volte interloquito con l’Assessore regionale pro tempore alla Sanità e con i suoi uffici, producendo proposte, progetti, scrivendo a più mani idee che portassero ad una soluzione condivisa ed adeguata ai tempi odierni, nella speranza che finalmente fosse la volta giusta”.

“Purtroppo – denunciano i rispettivi presidenti Aurelio Trupia, Giuseppe Verde e Costantino Bartoli – dobbiamo constatare che tutti gli sforzi non hanno portato ancora a nulla. La situazione è ormai irrecuperabile. Le nostre strutture lavorano ben oltre le loro capacità finanziarie. L’ennesima batosta arriva dal rincaro energia, ormai fuori controllo e oltre ogni ragionevole sostenibilità”.

“In questi anni – proseguono – abbiamo subito i colpi del Covid con i costi da sostenere e le perdite ingenti, senza poter accedere ad alcun sostegno pubblico; abbiamo subito gli aumenti dei costi del personale con i continui adeguamenti dei contratti collettivi; i continui adeguamenti richiesti dall’assessorato come quello alla legge 231 e i costi relativi alla nuova normativa sulla verifica dell’accreditamento fino alla illogica e quanto meno contra legem richiesta di VEQ per i nostri laboratori interni di analisi“.

“Le tariffe oggi applicate – precisano – sono inferiori addirittura a quelle del 2004, visto che il decreto Russo del 2009 ha ridotto tali tariffe di circa il 2%. Il tutto è ormai insostenibile se si aggiungono anche gli aumenti per tutte le materie prime. Non si può continuare con questi numeri, saremo costretti a breve a portare le chiavi delle nostre strutture in assessorato“.

“Abbiamo incontrato a dicembre l’Assessore Volo ed interloquito per le vie informali con gli uffici e siamo in attesa, ma forse la gravità della situazione non è stata compresa a dovere”, concludono i presidenti delle Associazioni, Aurelio Trupia, Giuseppe Verde e Costantino Bartoli, annunciando “lo stato di agitazione” e chiedendo “che si proceda come da proposte che abbiamo depositato durante i nostri incontri”.

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