Agenti della Polizia di Stato, in servizio al Commissariato di P.S. di Pachino, hanno tratto in arresto Renato Boager di 53 anni pachinese, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di estorsione, atti persecutori e lesioni.

Nella circostanza, R. D. di 30 anni, è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Avola, per l’accusa di lesioni.
L’indagine ha avuto origine alla fine dello scorso anno allorquando, la sera del 12 ottobre 2017, la vittima, un 64enne pachinese, dopo aver parcheggiato la sua autovettura nel cortile di pertinenza della propria abitazione, veniva aggredito da uno sconosciuto armato di una mazza di baseball. Mentre l’aggressore gli sferrava alcuni colpi di mazza indirizzati alla testa, grazie alla straordinaria prontezza di riflessi, la vittima si difendeva strenuamente, costringendo alla fuga il suo aggressore.

Questi, nel darsi alla fuga, perdeva l’arma impropria e una scarpa.
L’immediato intervento della Polizia consentiva di acquisire le immagini fornite da alcune telecamere installate nei pressi del luogo dell’agguato, che consentivano la ricostruzione della dinamica dell’evento e l’identificazione dell’autore del reato.

Le immagini, infatti, mostravano un giovane incappucciato appostato in attesa della vittima e, appena arrivava, gli piombava alle spalle usando la mazza da baseball per colpirlo alla testa. Sebbene si fosse coperto il capo con il cappuccio della felpa che indossava, durante la fuga gli scivolava il copricapo lasciando scoperto il volto. La vittima, che lo aveva visto in faccia, lo riconosceva in R. D.

Le indagini, avviate tempestivamente, necessitavano di ulteriori approfondimenti giacché dalla denuncia presentata dalla parte offesa si comprendeva che il R.D. era solo l’autore materiale dell’agguato, ordito certamente da altra persona.
Le investigazioni, anche di natura tecnica, sin dalle prime battute, facevano emergere che il movente del delitto derivava da motivi di eredità nell’ambito della sfera familiare. L’agguato era l’atto conclusivo di una serie di pretese di danaro che la vittima aveva subito da parte del cognato  Renato Boager.

Questi non riusciva a perdonare la sorella e il cognato per la decisione di andare a vivere a Siracusa, rinunciando alla cura dell’anziana madre, che dopo la morte del padre, per anni, avevano assistito in maniera esclusiva. Infatti, a causa di impegni familiari l’onere di accudire l’anziana madre era ricaduto in capo al fratello Renato. I familiari, però capivano che il mal celato interesse di Boager era quello di entrare in possesso dei beni della madre, e del danaro che a suo avviso doveva essere contenuto nel libretto di risparmio della donna. Il Boager aveva iniziato a maturare un incontenibile rancore quando aveva capito che nessuna somma, relativa alla pensione percepita dalla madre negli ultimi anni, era depositata nel libretto di risparmio. Renato Boager, rifiutandosi di comprendere che la pensione di 600,00 euro mensili, era servita per l’accudimento della madre e per le spese di mantenimento dell’abitazione di sua proprietà, iniziava a pretendere i risparmi inesistenti del libretto della madre e metteva in atto tutta una serie di minacce estorsive contro i congiunti, costringendoli a consegnargli la somma di  4.000 euro, pur di interrompere le persecuzioni da parte del cognato, che erano iniziate già nel mese di agosto.

Questi, invece, non soddisfatto della somma ricevuta, assoldava un sicario per punire il cognato. Il tentativo realizzato da R. D., esecutore materiale dell’atto, fortunatamente non si realizzava nella sua completezza, ma in conseguenza di ciò le vittime, per salvaguardare la propria incolumità, si vedevano costretti a trasferirsi definitivamente a Siracusa, abbandonando la casa, le proprietà e le amicizie. Non ancora pienamente soddisfatto di avere allontanato la sorella ed il cognato, il Boager, però, iniziava a prendere di mira e perseguitare anche il proprio fratello e la di lui moglie, costretti anch’essi a vivere nel terrore, per motivi riconducibili ai buoni rapporti che li legano alla famiglia del cognato.

Renato Boager è stato rinchiuso nel carcere di Cavadonna, mentre a R.D. , esecutore materiale dell’agguato, è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Avola, per il reato di lesioni.

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