Preoccupazione. E’ il sentimento che predomina tra gli ambientalisti e non solo dopo le notizie riguardanti l’arrivo di polverino proveniente dall’Ilva di Taranto nella discarica Cisma di Melilli. Natura Sicula, Legambiente e Decontaminazione Sicilia,sono sul piede di guerra e, con il sostegno dell’arciprete di Augusta Don Palmiro Prisutto, snbollano come “grave” il sistematico trasferimento di rifiuti speciali “da un’area altamente contaminata a un’altra che versa nelle medesime disastrose condizioni sanitarie e ambientali”. Il sindaco di Melilli Giuseppe Cannata ha chiesto un incontro urgente al ministro dell’ambiente Galletti, che ha autorizzato lo smaltimento delle sostanze in Sicilia. Vuole vederci chiaro: intende sapere quale sia la composizione di questi rifiuti e quanto durerà il loro trasferimento. Cannata è arrabbiato perchè il Comune non è stato avvisato. «Era il minimo – dice – e invece nulla. Lo Stato ha autorizzato questa operazione senza comunicarcelo. Ci diano almeno garanzie certe sulla non pericolosità di questi rifiuti».
Sull’argomento si registra anche una presa di posizione del capogruppo del Pd in consiglio comunale Salvo Midolo. «L’occasionalità con cui fu motivato lo smaltimento nell’aprile del 2015, quando arrivarono sul territorio circa 9.000 tonnellate di polverino – dice Midolo – oggi si ripete e probabilmente sta diventando una realtà consolidata. Infatti, con cadenza settimanale vengono effettuati dei viaggi con degli autotreni carichi di polverino proveniente dalla Puglia. Si deve immediatamente accertare – continua Salvo Midolo – quali autorizzazioni esistono per il trasferimento di questo rifiuto, chi ha deciso la sede dove depositare questo polverino, ma informazione più importante, è sapere quale sia la reale quantità di rifiuto che è arrivato e quanto ne è previsto”.
Per tutti questi motivi, secondo Midolo, si devono invitare le autorità competenti a livello regionale e nazionale a maggiore cautela e lungimiranza nel concedere autorizzazioni di conferimento di rifiuti provenienti da altre realtà. “Si rischia che la nostra zona possa diventare – conclude Salvo Midolo – il cimitero dei rifiuti prodotti in qualsiasi zona d’Italia, ma anche proveniente dall’Europa”.

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