Bisognerà attendere ancora qualche giorno per il nuovo regolamento di Polizia urbana; intanto però il consiglio comunale, riunito ieri in seconda convocazione, ha esitato quattro provvedimenti di natura finanziaria attesi da tempo e che dovrebbero rendere più agevole anche il percorso del bilancio di previsione 2017. Tra questi, il conto consuntivo 2016 e le misure di aggiustamento richieste dalla Corte di conti sul bilancio del 2014. Per il regolamento di Polizia urbana l’Aula ha deciso di aggiornarsi a domani alle 18 votando favorevolmente una proposta di Alfredo Foti. Di fatto il consigliere ha fatto sua un’esigenza dell’assessore alla Polizia municipale, Salvatore Piccione, che aveva chiesto 48 ore di tempo per rispondere a un quesito di Alessandro Acquaviva mentre era in discussione un emendamento all’articolo 6 proposto da Tony Bonafede.

Il tema è quello della cura dei beni immobili da parte di privati. I proprietari – recita l’articolo – avranno l’obbligo di mantenere in condizioni decorose i loro edifici, fabbricati, terreni, parchi e giardini, che dovranno adottare tutti gli accorgimenti idonei, quali ad esempio le recinzioni o la chiusura di varchi per impedire o rendere difficoltosa ogni forma di occupazione da parte di terzi. Essi dovranno inoltre curare la pulizia di terreni, cortili, giardini, provvedendo allo sfalcio dell’erba ed alla potatura delle piante assicurando la rimozione di eventuali rifiuti e provvedendo al loro corretto conferimento in discarica. Per le violazioni previste sanzioni amministrative da 100 a 300 euro. L’emendamento prevede di portare la sanzione massima a 500 euro, modifica che Bonafede ha motivato con la necessità di essere più severi verso chi lascia i terreni senza cura e crea le condizioni per l’azione dei piromani così com’è avvenuto la scorsa estate. Bonafede e Simona Princiotta, poi, hanno parlato delle responsabilità del Comune, che non interviene contro i privati e non si preoccupa di pulire i terreni di sua proprietà. Sulla stessa linea anche Acquaviva che ha chiesto di sapere se sia possibile vincolare le somme incassate con le sanzioni per destinarli proprio alla pulizia degli spazi pubblici in abbandono, quesito dal quale è scaturita la richiesta di aggiornamento a domani.

In precedenza era stato emendato e approvato l’articolo 5 del regolamento, relativo alle aree di pregio storico e ambientale sottoposte a tutela di decoro in cui sarà possibile applicare il Daspo urbano. Quattro le modifiche introdotte: estendere la tutela a tutte le zone balneari e non limitarla solo ad Arenella, Costa del sole e Fontane bianche (proposta della commissione competente); sottoporre a Daspo urbano non solo i parcheggiatori abusivi ma anche chi sfrutta i minori nella richiesta delle elemosine (emendamento Acquaviva); prevedere nell’articolo l’intero quartiere Santa Lucia (proposta di Cetty Vinci); sostituire “parco archeologico” con “area archeologica” dato che il parco non è stato ancora costituito.

I provvedimenti economici sono stati trattati dopo che è stata respinta una richiesta di rinvio, formulata da Alberto Palestro, e motivata con l’assenza dell’assessore al Bilancio. Il primo punto sono state le misure correttive chieste dalla Corte di conti sul consuntivo del 2014, ieri approvate dell’Aula. Il ragioniere generale, Giorgio Giannì, ha condensato i rilievi in quattro criticità: i ritardi nell’approvazione dei bilanci di previsione e dei rendiconti; la gestione delle entrate, considerate insufficienti a fronteggiare le anticipazioni di tesoreria e per le quali i giudici contabili chiedono maggiori sforzi; una scarsa corrispondenza tra previsioni e obiettivi raggiunti; i debiti fuori bilancio. A questi rilievi, ha spiegato Giannì, si è cominciato a provvedere, tanto che il consuntivo del 2016 gode del parere di regolarità dei revisori dei conti. Per i debiti fuori bilancio, ha spiegato il ragioniere generale, una delle soluzioni possibili è di alzare i prezzi dei rimborsi per espropri così da abbassare il rischio di contenziosi persi; intanto, però, la programmazione dell’Amministrazione è fatta anche in funzione di colmare il gap.

Voto contrario sul punto è stato annunciato da Salvo Sorbello: l’Amministrazione, ha detto, si muove sempre con ritardo nella gestione finanziaria e le misure adottate non sono all’altezza delle criticità emerse. Bonafede ha parlato fallimento dell’azione politica rispetto alle promesse fatte al momento dell’insediamento della Giunta. Il documento della Corte dei conti, ha detto, certifica il “fallimento dell’Amministrazione” perché i rilievi sono gli stessi che il sindaco Garozzo muoveva quando era consigliere di opposizione.
Per Foti, i ritardi sull’adozione dei bilanci non sono una responsabilità del consiglio comunale ma dei tempi lunghi nella procedura, come nel caso del rilascio dei pareri di regolarità. Foti ha anche invitato il ragioniere generala a predisporre un nuovo regolamento di contabilità perché quello in vigore è superato.

Gli ultimi tre punti all’ordine del giorno sono stati approvati senza dibattito ma il confronto è avvenuto in assenza dei consiglieri di opposizione, che avevano abbandonato l’aula. Dunque, via libera all’ingresso dell’Agenzia delle entrate come agente per la riscossione coattiva, come previsto dalla nuova normativa nazionale. Approvati poi gli equilibri di bilancio per il 2017, pur in assenza del documento di previsione. Si tratta, ha spiegato Giannì, di una nuova procedura prevista da quest’anno; la proposta è stata firmata dal ragioniere generale sulla base di una ricognizione che ha consentito di escludere condizioni di squilibrio tra entrate e uscite.

Infine, disco verde al rendiconto di gestione 2016, che ha avuto il parere positivo dei revisori dei conti, con la relativa immediata esecutività. Il consuntivo, ha detto Giannì, mostra un disavanzo di 18 milioni 890mila euro, che è in linea con il piano di rientro trentennale approvato dal consiglio comunale. Il saldo attivo è di 83 milioni mentre le passività sono così determinate: 70 milioni di entrate di dubbia esigibilità; 4,5 milioni di accantonamenti per debiti fuori bilancio; 27 milioni di fondi a destinazione vincolata per il raggiungimento dei risultati di gestione. Per il rientro dal disavanzo verranno destinati 700mila euro l’anno, una somma considerata sopportabile per il bilancio dell’Ente.

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