Prosegue , presso la Corte di Assise del Tribunale di Siracusa, il processo nei confronti di Christian Leonardi, accusato dell’omicidio della moglie, Eligia Ardita.

Come si ricorderà, la sera del delitto Eligia, al nono mese di gravidanza, aveva invitato a cena papà e mamma. Poi, alle 21,30 i genitori erano tornati a casa. Christian, il marito ,40 anni, disoccupato, voleva uscire per raggiungere gli amici. Eligia gli aveva chiesto di restare. Ne era nata una discussione: lui – secondo l’accusa – l’aveva colpita alla testa, tappandole la bocca. Eligia aveva vomitato e perso i sensi, andando in arresto cardiaco. Dopo averla trascinata sul letto, il marito aveva ripulito tutto e solo un’ora più tardi aveva chiamato il 118. Troppo tardi. Inutile anche il tentativo di salvare la bimba che la povera donna teneva in grembo. Pare che litigassero spesso: sembra pure che i vicini  avevano sentito urlare, ma abituati alle continue discussioni, non ritennero di chiamare la polizia.

Nel corso del processo che si celebra in Corte di Assise al palazzo di giustizia di Siracusa, il maresciallo dei carabinieri, Augusto Zaccarello, ha ricostruito le indagini sul delitto di Eligia Ardita.

Il militare, prima in servizio al comando provinciale di Siracusa ed ora aggregato alla Compagnia di Augusta, si è soffermato su alcuni punti, tra cui l’arresto di Christian Leonardi, il marito dell’infermiera siracusana, sotto processo con l’accusa di omicidio volontario. Si tratta di un passaggio cruciale in questa vicenda, infatti il 19 settembre del 2015, esattamente 8 mesi dopo la morte di Eligia, l’imputato si consegnò ai carabinieri ed ai magistrati della Procura di Siracusa, confessando il delitto, per poi ritrattare successivamente.

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